Il rapporto annuale sulle zoonosi e sugli agenti zoonotici pubblicato a dicembre 2019 e curato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) fornisce una panoramica sulle attività di monitoraggio portate avanti in 36 Paesi europei (28 Stati membri UE e 8 non-membri) ed evidenzia nel 2018 un generale andamento in linea con l’anno precedente per le infezioni da Campylobacter spp. (con 246.571 casi) che risulta ancora la prima infezione gastrointestinale registrata in Europa, e per le infezioni da Salmonella spp., seconda zoonosi con 91.857 casi.

In Italia il numero dei casi di Salmonella spp. e Campylobacter spp. isolati da uomo per l’anno 2018, forniti dalla rete di sorveglianza Enter-Net, sono rispettivamente 3656 e 1356, evidenziando un lieve incremento rispetto agli anni precedenti.

Nel 2018, in Europa, si sono verificati 5146 focolai epidemici di origine alimentare che hanno coinvolto 48.365 persone; rispetto la 2017 si è riscontrato un leggero aumento nel numero di persone coinvolte, (+2897), nelle ospedalizzazioni (4588 ricoverati, +1%) e nei decessi (40 decessi, +21%). Il 13% dei focolai si è verificato in ambito familiare (23% considerando solo quelli per cui l’informazione era disponibile).

Il principale agente causale di focolai epidemici è stata anche nel 2018, Salmonella, responsabile di 1 focolaio su 3 e causa del maggior numero di casi di malattia e ospedalizzazione tra i casi epidemici. La maggioranza dei focolai di salmonellosi (67%) tuttavia è stata registrata in soli tre Paesi, Slovacchia, Polonia e la Spagna. Nei casi di salmonellosi l’origine dell’infezione era legata soprattutto al consumo di uova. È da sottolineare comunque che il quadro eziologico dei focolai trasmessi da alimenti si presentava molto variegato nei diversi Stati membri. Infatti sebbene la Salmonella sia risultata per molti Paesi l’agente causale più frequentemente identificato nei focolai, in alcuni Stati gli episodi epidemici erano principalmente associati a infezione da norovirus, Campylobacter, Trichinella, enterotossine batteriche ed Escherichia coli produttore di Shiga-tossina (STEC). Anche nel 2018 la maggioranza dei focolai epidemici si è verificata nell’ambiente domestico mentre il contesto che ha determinato il maggior numero di casi epidemici era quello legato ai ristoranti, pub, bar, hotel e altre forme di catering.

L’Escherichia coli produttore di Shiga tossina (STEC), è risultata la terza causa più comune di zoonosi di origine alimentare con 8161 casi segnalati nel 2018. In Italia la sorveglianza delle infezioni da STEC è prevalentemente attuata attraverso il Registro Italiano della Sindrome Emolitico Uremica e il numero di casi registrati nel 2018 non ha subito particolare variazioni.

È da sottolineare che proprio a causa dell’elevato impatto sanitario delle infezioni da STEC, il ministero della Salute ha recentemente avviato attraverso l’ISS un’Azione Centrale CCM per rafforzarne la sorveglianza nella popolazione pediatrica. Il trend relativo ai casi di listeriosi in UE risulta in costante aumento nell’ultimo decennio e anche l’andamento dei casi registrati in Italia risulta sovrapponibile. Alla listeriosi del resto sono collegati, tra le malattie zoonotiche, la maggior parte dei ricoveri ospedalieri (il 97%) e dei decessi (229) registrati nel 2018.

SINDROME EMOLITICO-UREMICA

La sindrome emolitico-uremica (SEU) è una malattia acuta rara, che rappresenta, tuttavia, la causa più importante di insufficienza renale acuta nell’età pediatrica, in particolare nei primi anni di vita. È caratterizzata dalla comparsa di tre sintomi tipici: anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale a causa dei quali molto spesso è necessario ricorrere alla dialisi. Nei bambini la SEU può avere un decorso grave che in alcuni casi può avere esito fatale.

Nella sua forma tipica (circa l’85% dei casi), la SEU si manifesta come una complicanza di un’infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli (STEC) produttori di una potente tossina detta vero-citotossina (VT) o Shiga-tossina (Stx), trasmessa principalmente per via alimentare ma che può anche essere veicolata per contatto con animali infetti o ambiente contaminato o per trasmissione interumana attraverso il circuito oro-fecale. Focolai epidemici possono manifestarsi sia in ambito familiare che in comunità (asili nido, scuole, ecc). Le forme atipiche di SEU hanno in genere un’eziologia riconducibile a fattori genetici e pertanto possono colpire, anche a distanza di tempo, persone della stessa famiglia (SEU familiare). Esistono infine rari casi in cui la SEU si sviluppa come una sequela di un’infezione sistemica da Streptococcus pneumoniae.

Quando si verificano casi di SEU in comunità scolastiche, specialmente scuole materne e asili nido frequentati da bambini sotto i 5 anni è necessario prestare particolare attenzione e osservare rigide misure di igiene (igiene personale, lavaggio frequente delle mani, cambio di indumenti che siano venuti a contatto con le feci, sanificazione delle superfici) per evitare la diffusione dell’infezione per via persona-persona.

Clinica, sintomatologia e diagnosi

I sintomi e i segni clinici sono riconducibili al danno renale, all’anemia acuta e alla trombocitopenia e, nei casi più gravi, possono comparire manifestazioni di carattere neurologico come sonnolenza, confusione, ottundimento del sensorio, strabismo e convulsioni, coma.

Nei casi di SEU associati a infezione da STEC (SEU tipica), l’infezione può esordire con diarrea (spesso muco-emorragica), vomito, intenso dolore addominale e sonnolenza. Sono tuttavia documentati casi di SEU tipica non preceduti da diarrea prodromica. La febbre non è quasi mai presente o comunque di norma non supera i 38°C.

In fase acuta, la diagnosi di laboratorio è basata sull’isolamento del ceppo STEC dalle feci o sull’identificazione della presenza dei geni codificanti la tossina o della tossina libera nelle feci. La negatività ai test microbiologici o molecolari di laboratorio per STEC in fase acuta non permette di escludere definitivamente l’eziologia da STEC, specialmente di fronte a casi caratterizzati da sintomatologia prodromica caratteristica a carico dell’apparato gastro-enterico. Infatti, è possibile ricorrere alla diagnosi sierologica basata sul rilevamento di anticorpi circolanti sierogruppo-specifici.

Terapia

Il decorso della SEU può essere rapido per cui è importante intervenire molto tempestivamente ricorrendo a centri ospedalieri specializzati. Durante la fase di insufficienza renale è infatti indispensabile il ricovero presso un centro specializzato in nefrologia che possa garantire la reidratazione, il trattamento di supporto delle condizioni generali e quando necessario, la dialisi e le trasfusioni di sangue.

Nelle infezioni da STEC la terapia antibiotica non è raccomandata e può in linea teorica perfino risultare dannosa perché potrebbe favorire il rilascio di tossina nel lume intestinale conseguente alla lisi batterica e aumentarne l’azione sistemica. È invece opportuno monitorare la funzione renale dei pazienti con sospetta infezione intestinale da STEC poiché a rischio di sviluppare la SEU.

Prevenzione

La trasmissione all’uomo avviene:

  • per via alimentare (carni contaminate poco cotte, latticini non sottoposti a pastorizzazione o ad altri trattamenti termici, acque contaminate, ortaggi, frutti contaminati con deiezioni animali)
  • per contatto diretto con le specie animali serbatoio (ruminanti)
  • per contatto con ambiente contaminato (es. acque di balneazione)
  • per via oro-fecale da persona a persona.

Per questo motivo è necessario:

  • sottoporre ad adeguata cottura gli alimenti destinati ai bambini piccoli, evitare il consumo di carne poco cotta, specialmente se macinata, e di latte non pastorizzato o suoi derivati (come formaggi freschi da latte non pastorizzato)
  • evitare la contaminazione secondaria di alimenti pronti per il consumo, come le insalate, con carne cruda (per esempio usando lo stesso coltello o lo stesso tagliere)
  • evitare il contatto con le feci dei ruminanti e con acque e suolo contaminati
  • non utilizzare per scopi alimentari acque di pozzo o di serbatoio
  • come per altre infezioni intestinali, è opportuno allontanare le persone con diarrea, soprattutto bambini, dalle comunità fino alla risoluzione dell’episodio. Qualora si abbia un caso di infezione intestinale da STEC, soprattutto se si tratta di un bambino, sia il paziente che i suoi familiari devono osservare attente norme igieniche.

Le normali operazioni di pulizia ambientale e di igiene personale (il lavaggio delle mani) sono in molti casi sufficienti a evitare la diffusione dell’infezione. In caso di diarrea causata da infezione da STEC è necessario uno stretto monitoraggio delle condizioni del bambino/paziente per cui è indispensabile rivolgersi ad un pediatra, medico, pronto soccorso

Tornando ai dati generali, comunque in Italia nel 2018, l’andamento delle principali malattie a trasmissione alimentare si è mantenuto, in generale, simile al 2017.

Considerando che molte malattie di origine alimentare possono essere prevenute migliorando le misure igieniche durante la produzione, conservazione, manipolazione e preparazione degli alimenti, è importante aumentare la sensibilizzazione dei consumatori sulla pericolosità di queste patologie e sulla necessità di attuare accorgimenti corretti nella manipolazione e preparazione degli alimenti.

Per le zoonosi non trasmesse da alimenti, nel 2018 è stato registrato un aumento significativo di casi di infezione causata dal virus West Nile (WNV) che sono passati da 212 nel 2017 a 1605 nel 2018. Italia, Ungheria, Grecia e Romania sono state le nazioni più interessate dall’aumento.

Il rapporto Efsa-Ecdc riporta infine anche dati su: Mycobacterium bovis, Brucella, Yersinia, Trichinella, Echinococcus, Toxoplasma, rabbia, Coxiella burnetii (febbre Q) e tularemia.

Da questi dati si può capire che il rischio legato alla presenza di batteri o virus negli alimenti non è basso e che non va mai sottovalutato.

Inoltre non si deve fare l’errore di pensare che una contaminazione microbica negli alimenti possa provocare una semplice patologia guaribile in poco tempo senza reliquati, visto che il danno che ne può derivare non è solo di tipo acuto ma può essere cronico o recare grandi danni alla persona, soprattutto se immunocompromessa.

Dott. Matteo Fadenti


Stampa articolo