Nella G.U.U.E. n. 2020/C 39/09 del 5 febbraio u.s. è stato pubblicato il Parere del Comitato europeo delle regioni sull’attuazione delle direttive sugli appalti pubblici.

Il Comitato dà atto che le direttive non hanno conseguito l’obiettivo di una semplificazione per gli enti locali e regionali, e osserva, in sintesi, quanto segue:

  • non appare opportuno introdurre nuove riforme nel corso dei prossimi anni, considerato che gli attori economici si stanno ancora adattando al nuovo regime, sostenendo costi non indifferenti per formazione e consulenze;
  • gli appalti transfrontalieri non hanno apportato alcun valore aggiunto agli enti locali e regionali. Nelle procedure di aggiudicazione estese a tutta l’UE, il numero di offerte transfrontaliere presentate è infatti molto esiguo o nullo; la ragione va presumibilmente ricercata nel fatto che le piattaforme elettroniche messe a disposizione dagli Stati sono differenti e rappresentano, pertanto, una barriera alla partecipazione delle imprese di paesi limitrofi;
  • occorre chiarire in quali circostanze gli enti locali e regionali possano promuovere anche la crescita economica locale e le strutture locali, in considerazione delle preoccupazioni di sostenibilità e di un bilancio ambientale positivo attra­verso l’approccio del chilometro zero nel rispetto del principio buy local;
  • l’impiego di criteri verdi, sociali o innovativi nella fornitura di servizi pubblici, deve essere lasciato alla discrezione dell’ente territoriale competente, in linea con il principio dell’autonomia locale; l’aggiunta di ulteriori obiettivi strategici farebbe aumentare sia il rischio di errore, sia il rischio di conflitti tra tali obiet­tivi;
  • l’aggiudicazione di appalti a terzi è solo una delle numerose alternative per fornire servizi pubblici; va infatti messo in risalto il diritto dell’ente aggiudicatore di «riportare nell’ambito dell’amministrazione pubblica» gli appalti aggiudicati a terzi, ovvero il diritto degli enti territoriali di fornire e organizzare autonomamente servizi attraverso le loro istituzioni, le loro aziende autonome o le loro imprese pubbliche, così come la possibilità di ricorrere ad appalti «in house» e alla cooperazione intercomunale;
  • l’aumento delle soglie per la pubblicazione degli avvisi relativi agli appalti pubblici in tutta Europa costituisce un obiettivo adeguato per preservare la proporzione tra la trasparenza, da un lato, e gli oneri amministrativi per le autorità e le PMI, dall’altro.

Nell’ambito delle azioni per migliorare l’attuazione delle direttive, vengono invece messi in evidenza i seguenti profili:

  • la “professionalizzazione” prevista dalla Commissione, ossia la formazione del personale amministra­tivo, rientra esclusivamente sotto la sovranità organizzativa degli Stati membri e, in particolare, degli enti locali e regionali; ulteriori orientamenti e manuali della Commissione comporterebbero oneri amministrativi aggiuntivi per le amministrazioni aggiudicatr­ici;
  • il piano d’azione del 26 ottobre 2018 relativo al Partenariato sugli appalti pubblici innovativi e responsabili nell’ambito dell’agenda urbana va accolto con favore; parimenti, vanno sostenute le raccomandazioni a livello europeo su possibili finanziamenti dell’U.E. per appalti congiunti transfrontalieri, appalti per l’innovazione e appalti strategici, nonché quelle rivolte agli Stati membri perché investano nello sviluppo di capacità in materia di appalti innovativi e responsabili, e per aumentare la formazione sugli appalti circolari, innovativi e responsabili;
  • l’Unione europea deve garantire la coerenza tra le diverse politiche europee che disciplinano gli appalti, le politiche della concorrenza e degli aiuti, per rafforzarsi come regione industriale e per fare in modo che le imprese europee siano competitive in un mondo globalizzato;
  • la Commissione è invitata ad avviare un processo di riconoscimento a livello europeo di marchi e certificati affidabili e univoci, in particolare nel settore della sostenibilità ambientale, per garantire certezza giuridica e per alleggerire l’onere delle amministrazioni aggiudicatrici locali;
  • occorre attenzionare lo sviluppo di sistemi di appalto elettronico e di portali nazionali per evitare problemi di compatibilità tra Stati membri e all’interno degli stessi; le procedure di appalto potreb­bero essere semplificate e accelerate notevolmente con lo sviluppo di sistemi pienamente compatibili.

Il parere contiene infine alcune raccomandazioni politiche sugli appalti strategici, sull’accesso delle PMI ai mercati degli appalti pubblici e sull’acquisto transfrontaliero di merci e servizi.


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