Il decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (in G.U n. 80 del 5 aprile 2013), sul riordino degli obblighi di pubblicazione e la trasparenza, in vigore dal 20 aprile 2013, conclude il lungo percorso, intrapreso nel 1990 con la legge n. 241, verso l’ applicazione nel nostro ordinamento del c.d. “open governmentdi tradizione scandinava e oggi principio generale anche di alcuni Paesi europei come la Gran Bretagna.

La trasparenza si consolida nel nostro ordinamento, in altri termini, come “trasparenza totale” (total disclosure) principio cardine dell’ “agere pubblico”, strumento essenziale per fornire ai cittadini, e, soprattutto, agli osservatori qualificati (associazioni, sindacati, stampa specializzata, ecc)  l’informazione indispensabile perché essi possano esercitare la loro critica (voice). E da regola fondamentale del procedimento amministrativo ex art. 1 della L. n. 241 del 1990, diventa principio generale per l’organizzazione e l’attività amministrativa, a conferma di quanto già anticipato nel 2009 dagli articoli 3 e 11 del D.Lgs n. 150.

Il nostro ordinamento si allinea alla tradizione statunitense, dove vige dal 1966 il “Freedom off Information Act” (FOIA), sulla libertà di informazione che impone  alle amministrazioni pubbliche statunitensi una serie di regole per permettere a chiunque di conoscere l’operato del Governo federale. Ma anche alle regole europee: per l’Unione Europea, infatti, la trasparenza è un principio fondamentale, sancito nel Trattato di Lisbona secondo cui “Al fine di promuovere il buon governo e garantire la partecipazione della società civile, le istituzioni, gli organi e gli organismi dell’Unione operano nel modo più trasparente possibile” (art. 15 ex art. 255 TFUE).

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Giuseppe Panassidi* –  Stefania Fabris**

* direttore Rivista “moltocomuni”

** funzionario responsabile del servizio affari generali di ente locale


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