Pianificazione e salute dei lavoratori (nell’accezione fornita dal D.lgs. 81/2008) costituisce un binomio inscindibile nell’ambito della salvaguardia del territorio. E’ quanto si ricava dallo studio degli strumenti urbanistici e della loro evoluzione normativa diretta a tutelare il paesaggio, l’habitat e l’ecosistema (i tre significati  indicati da M.S.Giannini). In quest’ottica assume rilievo l’indagine condotta dalla dottoressa Valentina Mauri  che, lavorando sul campo, ci segnala un percorso teorico-pratico di come operare a tutela della salute attraverso l’uso corretto degli strumenti urbanistici. (Lorenzo Camarda).

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Sebbene il problema “rifiuti” sia stato da tempo portato all’attenzione degli organi competenti e l’opinione pubblica è costantemente informata dei danni gravi che derivano da una cattiva gestione del loro smaltimento e riciclaggio, tuttavia permane e si perpetua, sul territorio del nostro Paese, una “mala gestio”. Che fare? Fra le tante soluzioni, si ritiene sia necessario iniziare a “leggere”gli strumenti urbanistici in una chiave “salutistica”,  come strumenti che hanno come fine la salute delle persone che sono insediate sul territorio. Quest’approccio obbliga l’operatore inizialmente a conoscere le normative che presidiano la materia e, elaborato un modello astratto, confrontarlo sperimentalmente “sul campo”. E’ quello che ho fatto nel corso di uno stage a conclusione del mio corso di studi in preparazione della tesi di laurea e che propongo ai lettori come metodo di gestione di una discarica di rifiuti non pericolosi ubicata a Malagnino (Cremona).

 Continua…   

 


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