Brevissima…

Il Codice dei contratti pubblici del 2023 (art. 222, comma 3, lett. h) estende il ruolo di supporto alle stazioni appaltanti, esercitato dall’ANAC mediante la stipula con le stesse di appositi protocolli d’intesa, oltre che alla predisposizione degli atti di gara e alla gestione della procedura di gara, già previste dalla lett. h) del comma 3, dell’art. 213 del d.lgs. n. 50 del 2016, anche alla fase dell’esecuzione del contratto.

L’istituto della Vigilanza Collaborativa, utilizzato per i contratti pubblici più importanti, su richiesta dell’ente appaltante, è finalizzato ad assicurare il regolare svolgimento della procedura e prevenire attività criminali.

Questo istituto presenta una serie di elementi che consentono, tra l’altro, di guadagnare la fiducia dell’ente controllato, che non si sente quindi posto “sotto esame”, ma piuttosto supportato nel corso dell’intero processo.

Tali elementi sono:

  1. l’utilizzo di un approccio “olistico”, basato sulla collaborazione e lo scambio di informazioni e dati tra tutte le istituzioni coinvolte, che consente verifiche e controlli più efficaci;
  2. l’utilizzo di un approccio di “supervisione e controllo collaborativo”, che non solo mira a prevenire gli atti illegali, ma consente anche di intervenire prontamente per garantire il completamento dei lavori entro i tempi stabiliti;
  3. l’utilizzo di un approccio orientato al “problem solving”, che permette, chiedendo pareri e indicazioni, di prevenire eventuali comportamenti scorretti, non conformi o illegali.

Per saperne di più: “La vigilanza collaborativa – Il ruolo di ANAC negli appalti pubblici: trasparenza, vigilanza e anticorruzione


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