Brevissima…

Nel corso del 2023 gli affidamenti diretti sono stati pari al 49,6% degli appalti totali, registrando così un forte aumento rispetto agli anni precedenti.

Come si evince dall’analisi svolta dall’ANAC, “Sommando a tale percentuale quella relativa alle procedure negoziate senza previa pubblicazione di bando (il 28,5%), si constata che per il 78,1% degli appalti, pari ad un numero di 208.954 su un totale di 267.403, le amministrazioni hanno optato per procedure non pienamente concorrenziali“.

Sempre dallo studio effettuato dall’ANAC, sono stati ricavati i seguenti dati circa la tipologia di contratto: “si sono avute per le forniture 93.114 gare per un valore di 97.725.251.435 euro, per i lavori 70.244 gare corrispondenti a 99.468.334.596 euro e per i servizi 104.045 gare per 86.184.766.079 euro. Per tutti i contratti l’importo medio è stato di 1.059.743 euro“.

Da questi dati risulta chiaro che la crescita del numero di appalti è stata resa possibile soprattutto grazie alle risorse stanziate dal PNRR.

Per quanto riguarda invece la modalità di scelta del contraente, l’affidamento diretto è la modalità che fa registrare, a livello di importo, il maggiore aumento rispetto all’anno precedente (+31%), seguito dalla procedura ristretta (+10,7%). In calo, invece, le procedure negoziate e le procedure aperte.

ANAC – Il mercato dei contratti pubblici [1]

[1] Le analisi sono state effettuate sulla base dei dati riferiti alle procedure di affidamento con un importo a base di gara pari o superiore a 40.000 euro ‘perfezionate’ con i codici identificativi di gara (CIG) e sono state svolte sulla base dei dati presenti nella Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP).


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