Nella seduta del 15 giugno 2013, il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge, detto anche “decreto Fare”, recante nuove misure urgenti per il rilancio economico del Paese.
Il provvedimento, composto, pare, di 86 articoli, risponde, assieme ad un prossimo disegno di legge in materia di semplificazioni che il Governo discuterà la settimana prossima, a sei Raccomandazioni rivolte all’Italia dalla Commissione europea nel quadro della procedura di coordinamento delle riforme economiche per la competitività.
Secondo il comunicato stampa del Governo, il decreto è finalizzato in particolare a:
1) semplificare il quadro amministrativo e normativo per i cittadini e le imprese;
2) abbreviare la durata dei procedimenti civili, riducendo l’alto livello del contenzioso civile e promuovendo il ricorso a procedure extragiudiziali;
3) sostenere il flusso del credito alle attività produttive anche diversificando e migliorando l’accesso ai finanziamenti;
4) intensificare gli sforzi per scongiurare l’abbandono scolastico e migliorare la qualità e i risultati della scuola;
5) proseguire la liberalizzazione nel settore dei servizi;
6) migliorare la capacità infrastrutturale, anche nel settore dei trasporti.
In tema di infrastrutture, il provvedimento contiene misure per un totale di oltre 3 miliardi di euro, comportanti, tra l’altro, la creazione di circa trentamila nuovi posti di lavoro. Nello specifico, vengono previsti:
– l’istituzione di un apposito fondo di 2.030 milioni di euro per consentire la continuità dei cantieri in corso o l’avvio di nuovi lavori per il quadriennio 2013-2017;
– lo sviluppo degli investimenti previsti dalla vigente Convenzione per la realizzazione e la gestione di alcune tratte autostradali del Paese;
– un investimento straordinario in edilizia scolastica, finanziato dall’INAIL fino a 100 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2014 al 2016;
– n. 200 interventi nei Comuni sotto i 5.000 abitanti col coinvolgimento delle piccole e medie imprese;
– appositi incentivi alla realizzazione di infrastrutture di importo superiore ai 200 milioni di euro, con contratti di partenariato pubblico-privato (che non prevedano contributi pubblici a fondo perduto), mediante riconoscimento al titolare del contratto di un credito di imposta a valere su IRES e IRAP, e l’esenzione dal pagamento del canone di concessione nella misura necessaria al raggiungimento dell’equilibrio del piano economico-finanziario;
– il rilancio di porti e nautica.
In materia di sicurezza stradale è prevista l’adozione di un programma di interventi per 300 milioni di euro per la riqualificazione di ponti, viadotti e gallerie della rete stradale.
Per quanto l’riguarda l’edilizia, il decreto prevede ristrutturazioni nelle città, semplificazioni in materia di edilizia e di Durc.
In particolare, per quanto attiene alla segnalazione di inizio attività (SCIA), l’interessato potrà richiedere allo Sportello Unico di provvedere all’acquisizione di tutti gli atti di assenso necessari all’intervento edilizio; mentre il certificato di agibilità potrà essere richiesto anche per singoli edifici, singole porzioni della costruzione o singole unità immobiliari purché funzionalmente autonomi, qualora siano state realizzate e collaudate le opere di urbanizzazione primaria.
Per i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture il Documento unico di regolarità contributiva si potrà acquisire in via informatica ed avrà validità di 180 giorni.
Per le imprese è reso più semplice l’accesso al fondo di garanzia delle Pmi con la riattivazione del circuito del credito e il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia.
Le Pmi potranno accedere, tra l’altro, a finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo.
Viene altresì istituito un “Fondo di garanzia per i grandi progetti”; vengono rifinanziati i contratti di sviluppo nel Centro-Nord, e liberalizzato completamente il mercato del gas naturale, prevedendo apposite misure per accelerare l’avvio delle gare di distribuzione del gas per ambiti territoriali, dalle quali deriveranno minori costi per i cittadini/utenti e significative entrate per gli enti locali.
Sono altresì ridotte le bollette dell’elettricità attraverso la modifica delle modalità di determinazione delle tariffe e il blocco della maggiorazione degli incentivi all’elettricità prodotta da biocombustibili liquidi.
Sempre a beneficio delle imprese sono previsti:
– crediti agevolati per assicurare il finanziamento della quota di capitale di rischio per la costituzione di imprese miste, nonchè ulteriori crediti agevolati a favore di investitori pubblici o privati o organizzazioni internazionali, per il finanziamento di imprese miste da realizzarsi in Paesi in via di sviluppo;
– la predisposizione di un piano nazionale per le zone a ‘burocrazia zero’;
– multe nei confronti delle P.A. che ritardano la conclusione dei procedimenti amministrativi: in particolare, se il titolare del potere sostitutivo non conclude la procedura, viene previsto un risarcimento pari a 50 euro per giorno di ritardo fino a un massimo di 2.000 euro. Se non liquidata, la somma potrà essere chiesta al giudice amministrativo mediante una procedura semplificata.
Da ultimo, vengono eliminate tutte le certificazioni mediche oggi necessarie per accedere a impieghi pubblici e privati.
In tema di Agenda digitale,il decreto ridefinisce i compiti della cabina di regia presieduta dal Presidente del Consiglio, la quale si avvarrà, tra l’altro, di un tavolo permanente, guidato dal Commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale (cd “Mister Agenda digitale”).
Ai fini della diffusione del “domicilio digitale” si prevede che, all’atto della richiesta della carta d’identità elettronica o del documento unificato, il cittadino possa richiedere una casella di posta elettronica certificata. Sono previsti anche la razionalizzazione dei Centri elaborazione dati (CED) e l’avvio, entro il 31 dicembre 2014, del Fascicolo sanitario elettronico (FSE) attraverso il coinvolgimento di Regioni e Province autonome.
E’, infine, disposta la liberalizzazione della tecnologia Wi-fi per l’accesso ad Internet, rimanendo fermo l’obbligo dei gestore di garantire la tracciabilità mediante l’identificativo del dispositivo utilizzato ma, venendo meno, però, l’identificazione personale dell’utilizzatore.
Il decreto interviene anche sulla semplificazione fiscale:
– abolendo la responsabilità fiscale solidale tra appaltatore e subappaltatore relativamente ai versamenti IVA;
– stabilendo che, nel caso in cui il debitore sia proprietario di un unico immobile, adibito ad abitazione principale, questo non possa essere pignorato (con l’eccezione degli immobili di lusso o comunque classificati nelle categorie catastali A/8 e A/9 – ville e castelli); per tutti gli altri immobili, il valore minimo del debito che consentirà l’esproprio, viene innalzato da 20mila a 120mila euro, mentre l’esecuzione diverrà effettiva non prima di 6 mesi dall’iscrizione dell’ipoteca.
Per quanto riguarda le imprese, i limiti alla pignorabilità già presenti dalla normativa vigente per le ditte individuali, vengono estesi alle società di capitale e, più in generale, alle società dove il capitale prevalga sul lavoro.
Sulla riscossione dei debiti fiscali, il decreto stabilisce che Equitalia possa aumentare le dilazioni di pagamento oggi consentite dalla legge, fino a 120 rate mensili, a condizione che venga accertata una grave situazione di difficoltà del contribuente, non dovuta a sua responsabilità, legata alla crisi economica, e tale da rendere impossibile il rispetto del piano ordinario.
Inoltre, il numero di rate non pagate che determinano la decadenza dell’accordo di rateizzazione viene aumentato a 8 rate, anche non consecutive.
Ancora, il decreto estende la proroga della concessione ad Equitalia del servizio di riscossione, per conto degli enti locali, anche ai crediti non tributari (ad esempio per la riscossione delle sanzioni amministrative).
Viene poi abrogato il modello 770 mensile, eliminando l’obbligo di comunicare, in via telematica, i dati retributivi e le informazioni necessarie per il calcolo delle ritenute fiscali e dei relativi conguagli.
In merito alla procedure per la comunicazione dei fabbisogni standard da parte dei Comuni, la decorrenza del termine 60 giorni per la restituzione alla SOSE dei relativi questionari, andrà calcolata dalla data di pubblicazione dell’apposito provvedimento del Direttore delle Finanze.
Per quanto riguarda l’ambiente, il decreto “Fare”, reca disposizioni per la semplificazione in materia di gestione delle acque di falda sotterranee, estratte per fini di bonifica o messa in sicurezza dei siti contaminati (art. 243 del D.lgs. 152/2006); terre e rocce da scavo; disciplina dei materiali di riporto di cui al D.L. n. 2/2012.
Nell’ottica di semplificare anche le attività dei campeggi, quali attività turistiche all’aperto, il decreto chiarisce, altresì, la portata di alcune norme concernenti l’attività di posizionamento di allestimenti mobili di pernottamento e relativi accessori, temporaneamente ancorati al suolo, all’interno di strutture ricettive all’aperto per la sosta ed il soggiorno.
Infine, il provvedimento predispone uno strumento per l’accelerazione delle procedure, di competenza degli Enti locali, per la realizzazione e l’avvio degli impianti di gestione dei rifiuti nella Regione Campania, già previsti dalla normativa e dalla pianificazione vigente, ma non ancora realizzati.
In tema di istruzione, università, ricerca sono previsti dal 2014: lo sblocco del turn over al 50% per Università ed enti di ricerca; borse di mobilità per studenti capaci e meritevoli; più flessibilità nel sistema di finanziamento delle Università, nonchè la semplificazione delle procedure di attribuzione delle risorse; infine, interventi straordinari a favore della ricerca.
In materia di cittadinanza, si semplificano le procedure di riconoscimento della cittadinanza, al compimento della maggiore età, dei figli nati in Italia da genitori stranieri, nei casi previsti dalla legge, sì da evitare che disfunzioni di natura amministrativa o inadempienze da parte dei genitori o dell’ufficiale di Stato civile possano impedire il conseguimento della cittadinanza stessa.
Per far fronte alla criticità del sistema giustizia, il decreto contiene, da ultimo, una serie di misure volte a incidere sui tempi della giustizia civile per migliorarne l’efficienza. Sul punto, sono previsti, nei prossimi 5 anni, un consistente abbattimento del contenzioso civile, nonché un incremento dei procedimenti definiti, al fine della ricostituzione di un ambiente d’impresa accogliente per investitori nazionali e internazionali, anche perché fondato sulla certezza del credito.
Stefania Fabris
Sul decreto “Fare”, n. 69/2013, leggi anche gli altri approfondimenti pubblicati in questa rivista.