Competente a conoscere del ricorso, proposto da un comune, avverso il provvedimento con il quale il Ministero dell’Interno irroga sanzioni per la violazione degli obblighi derivanti dal patto di stabilità, è il TAR Lazio, poiché dette sanzioni determinano effetti diretti sul complessivo equilibrio finanziario dello Stato.
CONSIGLIO DI STATO – Adunanza plenaria – Ordinanza 2 aprile 2013, n. 6 – Pres. Giovannini, Est. Greco.
Commento – Alla base della pronuncia in analisi, il ricorso presentato dal Ministero dell’Interno e dal MEF avverso l’ordinanza mediante la quale il TAR Sicilia aveva sospeso, accogliendo il ricorso presentato dal Comune di Messina, il provvedimento con il quale il Ministero dell’Interno aveva irrogato, nei confronti del precitato ente, una sanzione di oltre sette milioni di euro (ai sensi dell’art. 7, d.lgs. 6 settembre 2011, n. 149), per non aver rispettato i vincoli del patto di stabilità interno.
L’Adunanza plenaria motiva la decisione evidenziando che, se è vero che la sanzione in analisi ha un’incidenza immediata sui bilanci comunali, è altresì da considerare come la stessa sortisca altresì effetti diretti sull’equilibrio finanziario dello Stato, in virtù degli impegni che l’Italia ha assunto in sede europea per la riduzione del debito pubblico e la cui violazione espone il nostro Stato a conseguenze sanzionatorie, nonché sulle finanze degli enti lcali i quali abbiano rispettato gli equilibri di contenimento, in virtù della correlazione tra l’entità delle sanzioni irrogate agli enti inadempienti, e l’importo complessivo della premialità riconosciuta. L’art. 13 del d.lgs. 2 luglio 2010, n. 104 (“Codice del processo amministrativo”), infatti, all’art. 13 prevede la competenza del TAR regionale sulle controversie riguardanti provvedimenti di pubbliche amministrazioni i cui effetti diretti siano limitati all’ambito territoriale della Regione (in cui il tribunale ha sede).
La decisione è ineccepibile: non sembrano esserci dubbi, infatti, sul fatto che gli effetti delle sanzioni per violazione del patto siano diretti sulla finanza pubblica statale (e forse anche sugli altri enti locali).
Inserimento a cura di Riccardo Patumi, magistrato della Corte dei conti