IN POCHE PAROLE …
Le misure per implementare le iniziative di prevenzione per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica nei maggiori agglomerati cittadini, in ragione del possibile verificarsi di condotte illegali, dal carattere deviante e violento, pure da parte dei minori, tali da minare la pacifica convivenza civile
Direttiva Min. Int. 19 settembre 2023
Il ritorno a fenomeni di aggregazione, specie nelle aree più urbanizzate del Paese e da parte dei più giovani, e la recrudescenza di espressioni di marginalità ed esclusione sociale, acuite dagli effetti della crisi pandemica, hanno suggerito l’opportunità di implementare le iniziative di prevenzione per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica nei maggiori agglomerati cittadini, in ragione del possibile verificarsi di condotte illegali, dal carattere deviante e violento, pure da parte dei minori, tali da minare la pacifica convivenza civile”.
In tale direzione, e nell’ottica di promuovere anche forme di assistenza a soggetti che versano in condizioni di particolare fragilità sociale e di favorire una migliore accessibilità e fruibilità dei luoghi nevralgici per la vita cittadina delle più grandi realtà locali, lo scorso 2 agosto state varate iniziative ex art.35-quater del D.L. n.113 del 2018, convertito, con modificazioni, dalla legge n.132 del 2018 per il potenziamento della sicurezza urbana
Con decreto del Ministro dell’interno di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze sono stati modificati alcuni degli obiettivi e dei criteri stabiliti con il D.M. 25 giugno 2021, attraverso la previsione di stanziamenti aggiuntivi per i Comuni capoluogo delle città metropolitane.
In particolare, l’art.2 del decreto prevede che i contributi destinati ai Comuni capoluogo delle città metropolitane possono essere utilizzati, oltre che per le iniziative già indicate nel corpo del decreto in data 25 giugno 2021, anche per le seguenti finalità: disagio giovanile, dispersione scolastica e devianza minorile, con particolare riferimento al bullismo e al cyberbullismo, alla violenza giovanile e al fenomeno delle baby gang; minori stranieri non accompagnati, soggetti senza fissa dimora e in condizione di fragilità psico-fisica nonché nuclei familiari in condizioni di particolare vulnerabilità sociale che si ritrovino sprovvisti di una sistemazione alloggiativa all’esito dell’esecuzione di provvedimenti di sgombero di immobili abusivamente occupati; monitoraggio delle zone a maggiore aggregazione giovanile, per prevenire e contrastare il fenomeno della cd. malamovida; progetti di impegno civico (cd. civic engagement) in settori quali la cura del verde e della persona e la messa in sicurezza del territorio.
Circa le modalità di accesso alle risorse del Fondo, l’art.3 del provvedimento fissa il termine di scadenza per la presentazione della domanda, da parte dei Comuni interessati, entro trenta giorni dalla pubblicazione del medesimo decreto sul sito istituzionale del Ministero dell’interno.
Entro i successivi trenta giorni decorrenti dal ricevimento delle istanze, il Prefetto – acquisite, quando prescritte, le valutazioni del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica – se rileva la coerenza dell’iniziativa con le finalità del finanziamento, approva il progetto. Il relativo provvedimento va comunicato al Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione Centrale per i servizi di ragioneria, nonché al Comune istante. In caso di necessità, è possibile chiedere all’ente proponente chiarimenti e/o integrazioni documentali, da produrre in un termine non superiore a trenta giorni.
Sarà il Dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale per i servizi di ragioneria, ricevuta la comunicazione di approvazione del progetto e previa verifica della compatibilità finanziaria con le risorse del Fondo, a notificare ai Comuni, per il tramite delle competenti Prefetture, l’avvenuto accoglimento delle istanze presentate, informando contestualmente sul sistema di erogazione delle stesse.
Con successiva direttiva del Ministro dell’Interno del 19 settembre 2023 indirizzata ai Prefetti è stata rappresentata l’esigenza di realizzare in ciascuna provincia un monitoraggio delle aree di maggior degrado, in cui le peculiari condizioni di disagio (abitativo, scolastico, occupazionale), unite a fenomeni di marginalità, contribuiscono a favorire la consumazione di reati e al proliferare di fenomeni di particolare allarme sociale, quali l’abuso di sostanze stupefacenti, di alcool, la vandalizzazione e l’occupazione di edifici e spazi pubblici.
L’individuazione di tali aree costituisce il primo tassello di un più ampio progetto di riqualificazione che vede le Forze dell’Ordine impegnate a garantire una maggiore, visibile, qualificata presenza in tali contesti, attraverso la predisposizione di servizi straordinari di controllo del territorio di alto impatto, già positivamente sperimentati in alcune città metropolitane presso le stazioni ferroviarie e tali da realizzare operazioni che oltre ad avere ricadute positive in tema di percezione collettiva della sicurezza, risultano efficaci anche nel medio-lungo periodo, laddove ripetute con sistematicità.
In particolare, come evidenziato nella direttiva ministeriale, le operazioni straordinarie dovranno prevedere:
- l’impiego di personale di tutte le Forze di polizia, compreso quello delle rispettive Specialità e della Polizia locale nonché il concorso di enti diversi (ASL, Ispettorati del lavoro, Aziende municipalizzate, ecc.) per un approccio integrato alle diverse criticità rilevate negli ambiti territoriali in questione;
- il potenziamento delle specifiche attività di polizia sul territorio attraverso il controllo, sistematico e mirato, di persone, veicoli, esercizi commerciali e ricettivi sospetti, privilegiando, nell’ambito del contesto individuato, aree particolarmente degradate, immobili in disuso, aree aperte abbandonate ove possono proliferare condotte varie di sfruttamento, violenza di genere e abusi sessuali su minori e adulti, nonché luoghi di devianza giovanile, utilizzo o spaccio di sostanze stupefacenti, abuso di alcool; aree note per la presenza di cittadini stranieri irregolari.
Al riguardo, al fine di orientare al meglio le attività sarà necessario procedere
- a costanti, aggiornate analisi sull’andamento della delittuosità e degli interventi disposti in emergenza dalle Sale operative nei contesti territoriali oggetto dei servizi in questione
- a valorizzare i dati desumibili dai numerosi sistemi informativi in uso alle Forze di polizia, dalle informazioni provenienti da attività info-investigative (ove possibile), dalle segnalazioni dei cittadini e dagli elementi raccolti nel quadro della C.d. polizia di prossimità, anche digitale;
- ad avviare specifiche attività investigative per l’individuazione di soggetti le cui attività criminali incidono nelle aree individuate;
- al coinvolgimento in occasione dei servizi in argomento degli Uffici di Polizia scientifica e degli Uffici immigrazione;
- alla condivisione delle risultanze raccolte con le Divisioni Anticrimine delle Questure, per la valutazione in ordine all’applicazione delle diversificate misure di prevenzione, tra cui quelle interdittive previste dalla normativa vigente.
Le attività in questione, al fine di mantenerne nel lungo periodo l’efficacia, andranno ripetute con cadenza programmata.