L’11 dicembre u.s., il Ministro per l’innovazione ha fornito i chiarimenti richiesti dall’ANCI, a seguito della segnalazione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato in ordine alle modalità di pagamento nei confronti delle Amministrazioni pubbliche.
Il Ministro ha ricordato che pagoPA «nasce per dare la possibilità a cittadini e imprese di effettuare qualsiasi pagamento in modalità elettronica verso le pubbliche amministrazioni e i gestori di servizi di pubblica utilità, con la stessa user-experience praticata attraverso i siti di e-commerce».
Questo grazie a un’infrastruttura tecnologica a governance pubblica, preposta alla standardizzazione del colloquio telematico tra pubbliche amministrazioni e prestatori di servizi di pagamento che permette ai cittadini di scegliere liberamente l’intermediario di cui avvalersi per effettuare il pagamento, lo strumento di pagamento da utilizzare (conto corrente, carta di credito, carta di debito ecc.), il canale tecnologico preferito (ATM, home banking, app mobile ecc.), nel contempo assicurando la massima trasparenza sui costi (spesso occulti e nascosti al cittadino) del servizio, così erogato dai prestatori di servizi di pagamento in regime di piena concorrenza, essendo assicurata agli stessi una maggiore accessibilità al mercato dei pagamenti in favore delle pubbliche amministrazioni.
La piattaforma, inoltre, semplifica l’attività e porta immediati e tangibili vantaggi alle pubbliche amministrazioni, garantendo la velocizzazione degli incassi, la riconciliazione automatizzata dei pagamenti ricevuti alle ragioni di credito, la riduzione dei costi di realizzazione e sviluppo delle infrastrutture tecnologiche di ciascuna amministrazione, nonché la riduzione dei costi relativi alle correlate attività amministrative.
Dopo i molteplici interventi normativi, le modifiche e le novelle in materia di pagamenti elettronici verso le pubbliche amministrazioni, il Ministero ha precisato che “deve essere dato atto e ribadito (come peraltro già previsto anche nelle Linee guida sul funzionamento della piattaforma pagoPA), che ad oggi i pagamenti alle pubbliche amministrazioni possono essere effettuati anche mediante strumenti diversi da quelli messi a disposizione tramite la piattaforma, sino alla loro integrazione in quest’ultima; in particolare, è consentito il versamento diretto di cui all’articolo 17 e seguenti del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nei casi previsti, e l’addebito diretto in conto corrente attualmente non gestito dalla piattaforma pagoPA”.
Inoltre, fermo restando l’obbligo di integrare nei propri sistemi di incasso la piattaforma pagoPA entro il 28 febbraio 2021, i comuni, possono utilizzare per la riscossione delle proprie entrate, anche in modo alternativo, tutti i sistemi di incasso previsti dall’articolo 2-bis del decreto-legge 22 ottobre 2016, n. 193.
Sull’argomento leggi anche la segnalazione presentata dall’Antitrust.
Ricordiamo, altresì, che lo scorso 15 dicembre, il Ministero per l’innovazione ha pubblicato un avviso ad hoc per assegnare fondi ai comuni per promuovere la diffusione delle piattaforme abilitanti Spid, pagoPA e dell’App IO. Le domande di adesione dovranno essere presentate entro il 15 gennaio 2021 tramite l’apposita procedura online.