Pubblichiamo il parere reso dalla Conferenza Unificata, nella seduta del 24 luglio, sul disegno di legge costituzionale per la cancellazione delle province.

Questi i punti salienti del documento:

1)  le regioni hanno condiviso lo spirito delle modifiche finalizzate alla semplificazione dei livelli istituzionali, pur riservandosi di presentare proposte emendative per accompagnare il processo di soppressione delle province, con un percorso chiaro e definito per il trasferimento di risorse finanziarie, umane e patrimoniali, da definire nella legge statale.

2)  l’ANCI ha presentato già in sede di Conferenza Unificata una serie di proposte migliorative al ddl affinché:

– la disciplina dei governi di area vasta, nell’ambito dei criteri e principi fssati dalla legge nazionale, sia riservata alle regioni;

– la delimitazione degli ambiti territoriali e la disciplina delle funzioni  sia completamente riservata alla legge statale;

– venga specificato il ruolo della città metropolitana quale ente di rappresentanza ed espressione dei comuni;

– legge statale e regionale, nell’ambito delle rispettive competenze, assegnino le competenze provinciali a regioni, comuni o loro forme associative, ad eccezione delle funzioni  delle province destinate a diventare Città metropolitane, che devono transitare ope legis dai vecchi ai nuovo enti.

3)  l’UPI, dal canto suo, ha ribadito il proprio parere negativo, evidenziando la dignità istituzionale riconosciuta alle province anche dalla Consulta, e criticando l’iniziativa, ad hoc e unilaterale, del Governo.

4)  i rappresentanti del Cdm hanno precisato che il provvedimento reca un intervento “stralcio”, che confluirà nella più generale discussione sulla riforma del Titolo V e della forma di governo, da attuare attraverso tempistiche adeguate, senza procedere sotto la spinta dell’opinione pubblica.

Peraltro, il paventato riordino implica un ritorno alle origini relativamente al tema della città metropolitana, ente da intendere come una libera unione di comuni attorno ad un capoluogo, per la razionalizzazione della spesa e il miglioramento dei servizi.

Tra le novità, rileva anche la dichiarazione del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, secondo cui il Governo adotterà la cd “Carta delle autonomie” in cui verranno previsti solo due livelli di governo (regioni e comuni), individuando negli enti di area vasta delle entità utili per l’ottimale organizzazione dei servizi, a beneficio di cittadini e imprese.


Stampa articolo