Dal 1 luglio 2017, scatta l’obbligo del defibrillatore per le società sportive dilettantistiche.
Dopo innumerevoli rinvii voluti da diversi politici ed associazioni, finalmente dal primo di luglio sarà obbligatorio per le società sportive dilettantistiche (per quelle professionistiche l’obbligo c’era già) dotarsi di un DAE (Defibrillatore semiautomatico) e formare più persone in materia di BLSD.
Infatti durante ogni gara dovrà essere presente un DAE (defibrillatore semiautomatico) e ovviamente un addetto in grado di utilizzarlo.
Prima di ogni gara o competizione dilettantistica si dovrà verificare la presenza del defibrillatore, la sua corretta manutenzione, il funzionamento e la presenza di un operatore in grado di utilizzarlo.
Mancando il DAE l’evento non può svolgersi, stando all’indicazione dell’art 3 della bozza di decreto che verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Purtroppo però secondo lo stesso decreto, non tutte le società sportive dilettantistiche dovranno dotarsi di defibrillatore, infatti la bozza dell’art 4 riporta:
“1. Le disposizioni di cui agli articoli 1 e 2 non si applicano alle gare organizzate dalle associazioni e società sportive dilettantistiche: a) relative alle attività sportive di cui all’articolo 5, comma 3 del decreto ministeriale 24 aprile 2013, nonché a quelle a ridotto impegno cardiocircolatorio, elencate nell’allegato A al presente decreto; b) al di fuori degli impianti sportivi.”
Le attività esenti riportate nell’art. 5 del DM 24 aprile 2013 sono: bocce (escluse bocce in volo), biliardo, golf, pesca sportiva di superficie, caccia sportiva, sport di tiro, giochi da tavolo e sport assimilabili. Nello specifico le discipline esentate si possono verificare nella seguente tabella:
Rientrano nell’obbligo ben 396 discipline riconosciute dal Coni. Pertanto tutte le società e le associazioni devono procurarsi al più presto questo apparecchio salvavita di fondamentale importanza prima dell’inizio ufficiale dei vari campionati federali.
Considerando che in Italia, infatti, sono circa 60.000 all’anno le vittime di arresto cardiaco (una ogni mille abitanti, una ogni circa 8 minuti), si può definire questo decreto una conquista.
Sicuramente più defibrillatori sono presenti sul territorio, più persone si possono salvare. E’ per questo che forse sarebbe stato importante dotare più realtà possibili con il DAE, per fare in modo che più aree possibili siano dotate di strumenti salvavita fondamentali come i DAE.
Probabilmente negli anni l’obbligo verrà esteso anche a realtà diverse rispetto a quelle sportive, dove per ovvie ragioni il rischio è maggiore.
Per ora ci si deve accontentare delle associazioni sportive professionistiche e dilettantistiche, sperando che sempre più persone ricevano una formazione in ambito BLSD per garantire che chiunque abbia un arresto per diverse cause, riceva una rianimazione cardiopolmonare (RCP) entro 4 minuti e soprattutto entro 9 minuti, dove il danno anossico cerebrale diventa irreversibile.
Dott. Matteo Fadenti