Nuovamente prorogata a luglio 2017 l’entrata in vigore del Decreto Balduzzi sull’obbligo di dotarsi di un D.A.E. (Defibrillatore automatico) da parte delle associazioni sportive dilettantistiche. Questa è l’ennesima proroga delle già troppe avvenute nel tempo.

Nello specifico, la commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento al decreto terremoto che proroga fino a luglio 2017 l’entrata in vigore del decreto Balduzzi sull’obbligo dei defibrillatori e di personale autorizzato al loro utilizzo per il mondo del volontariato sportivo.

Le associazioni di volontariato sportivo, per voce del senatore Franco Panizza, non solo hanno richiesto una ulteriore proroga, ma vogliono modificare il decreto, per rendere più chiara la sua applicazione. Nello specifico viene richiesto un elenco esplicativo di quelle che sono le attività sportive per cui dovrà esserci l’obbligo, ed inoltre, secondo il senatore, nell’attuale decreto manca chiarezza per quanto riguarda gli sport out-door, come ciclismo o escursionismo.
La proroga, sempre secondo il senatore, va quindi salutata come un fatto positivo ma non ancora sufficiente. I prossimi mesi  dovranno essere utilizzati per riscrivere il decreto Balduzzi, trovando il giusto punto d’equilibrio tra sicurezza per gli atleti e la giusta attenzione per il mondo del volontariato sportivo e di tutte le società dilettantistiche.

La verità è che questa ulteriore proroga non fa altro che abbassare nuovamente la sicurezza per atleti che ogni giorno svolgono attività sportiva a livello dilettantistico.

Si ricorda che il D.A.E. al momento è obbligatorio solo per le società professionistiche, dove peraltro svolgono attività atleti controllati ed allenati da professionisti. Gli atleti che hanno maggior bisogno di tutela sono proprio quelli dilettanti, ma la norma è stata nuovamente rinviata e addirittura modificata.

Il risultato è che con l’ulteriore rinvio al 30 luglio 2017 il Decreto Balduzzi viene, per l’ennesima volta, violentato nella sua interpretazione originale. Negli impianti sportivi, grandi o piccoli, non saranno presenti defibrillatori, se non grazie alla sensibilità di alcune realtà che hanno deciso di proteggere i propri atleti in caso di arresto cardiaco (un’eventualità che colpisce ogni anno 68.000 persone in Italia) con l’installazione di defibrillatori automatici D.A.E. e facendo frequentare ai propri dipendenti e/o volontari dei corsi di primo soccorso per imparare ad effettuare le manovre salvavita.


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