Devono essere sottoposte alla procedura di riconoscimento del debito di cui all’art. 194 del TUEL:

1. la spesa eccedente quella regolarmente impegnata per incarichi legali, prima della liquidazione del saldo della parcella al professionista;

Corte dei conti, sez. reg. di controllo per il Molise, delib.  2 diembre 2014, n. 219/2014/PAR, Pres. G. Dattura, Rel. R. Verrico

2. la  spesa per la liquidazione di somme per  interessi da ritardato pagamento, a seguto di sentenza esecutiva;

Corte dei conti, sez. reg. di controllo per l’Emilia Romagna, delib.  20 novembre 29014, n. 205/2014/PAR, Pres. A.De Salvo,  Rel. I. Scotti

3. il debito accertato con lodo arbitrale

Corte dei conti, sez. reg. di controllo per la Basilicata, delib.  30 aprile 2014, n. 76/2014/PAR, Pres. R.Lotito,  Rel. V. Pinto

Pareri

Con le tre delibere annotate, il Giudice contabile ha espresso i seguenti pareri:

1. La liquidazione di competenze professionali relative ad incarichi legali richiede la procedura di riconoscimento del debito fuori bilancio ai sensi dell’art. 194, comma 1, del TUEL, se la parcella eccede l’importo regolarmente impegnato, in modo da far rientrare nella contabilità dell’Ente debiti sorti fuori dalla legittima procedura di spesa e di finanziamento.

2. Si rende necessario  il riconoscimento motivato del debito fuori bilancio, per il pagamento di interessi da ritardato pagamento in base a sentenza divenuta desecutiva, ai sensi dell’art. 194, c. 1, lett. a) del TUEL,  al fine di accertare che l’obbligazione principale si riferisca a funzioni e servizi di competenza e, nel caso in questione, che essa derivi da sentenza esecutiva del Tribunale. La deliberazione consiliare di riconoscimento dovrà contenere inoltre le indicazioni sul quantum riconosciuto della spesa che dovrà essere posto a carico del bilancio dell’Ente, e dovrà essere trasmessa alla Procura della Corte dei conti.

3. L’Ente deve attivare la procedura di riconoscimento del debito fuori bilancio di cui all’art. 194, comma 1, lett. a) del TUEL, anche nel caso di condanna al pagamento di somme derivante da un lodo arbitrale e deve farlo sin dalla notifica di quest’ultima pronuncia dotata di formula esecutiva, e ciò indipendentemente dall’impugnabilità e/o dall’effettiva impugnazione del suddetto provvedimento arbitrale.

Annotazioni

I suddetti pareri sono ineccepibili. Come ricordato dall’ ormai datata circolare del Ministero dell’Interno 20 settembre 1993 n.F.L.21/1993, il debito fuori bilancio è un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di danaro che grava sull’’ente, assunta in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli Enti Locali”, e, in particolare, senza che  sia stato adottato il dovuto adempimento per l’’assunzione dell’impegno di spesa previsto dall’’art.191 del D.Lgs.267/2000.

Il richiamato art. 191 del TUEL, come modificato dall’art. 1, c.1, lett. aa), del D.Lgs n. 126 del 2014 sull’armonizzazione contabile, richiede per la legittima effettuazione delle spese tre condizioni: a) la sussistenza dell’impegno contabile registrato in bilancio (con la nuova contabilità, nel pertinente programma); b) l’avvenuto rilascio dell’attestazione di copertura finanziaria di cui all’art. 153, c. 5, dello stesso TUEL da parte del ragioniere; c) per le spese relative a trasferimenti e contributi ad altre amministrazioni pubbliche, somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali, la comunicazione all’interessato delle informazioni sull’impegno da parte del responsabile del procedimento di spesa. In mancanza della registrazione dell’impegno in bilancio e dell’attestazione di copertura finanziaria, la stessa norma dispone che il rapporto obbligatorio intercorre tra il privato fornitore e l’amministratore, funzionario o dipendente che hanno consentito la fornitura, ma solo “per la parte non riconoscibile ai sensi dell’articolo 194, comma 1, lettera e)”.

L’art. 194 del TUEL appresta la procedura per  riconoscere i debiti fuori bilancio, ossia per pagare le spese derivanti da obbligazioni sorte senza il rispetto delle regole giuridiche contabili proprie degli Enti locali. In altri termini, con la nuova contabilità armonizzata, dei debiti sorti in violazione del nuovo principio della competenza finanziaria rafforzata, secondo cui l’impegno di spesa, salvo espresse deroghe, deve essere assunto al momento del perfezionamento dell’obbligazione (come in passato), ma, a differenza dell’attuale ordinamento, con imputazione ai bilanci degli esercizi in cui diventa esigibile il credito. ossia azionabile  il recupero del credito. L’organo competente al riconoscimento del debito è il Consiglio che deve verificare  l’inerenza della spesa alle competenze dell’Ente e il suo esercizio conforme all’ordinamento, e deve indicare o  reperire i mezzi di copertura, con possibilità di rateizzazione triennale e, se necessario, anche con il ricorso all’indebitamento (art. 202 TUEL).

Ai sensi del richiamato art. 194 (1), sono riconoscibili i debiti:

a) derivanti da sentenze esecutive, ossia passate in giudicato o dichiarate immediatamente eseguibili;

b) per coprie i disavanzi di consorzi, di aziende speciali e di istituzioni , nei limiti degli obblighi derivanti da statuto, convenzione o atti costitutivi, purché sia stato rispettato l’obbligo di pareggio del bilancio ed il disavanzo derivi da fatti di gestione;

c) per  ricapitalizzazione di società di capitali costituite per l’esercizio di servizi pubblici locali;

e) per l’acquisizione di beni e servizi nei limiti dell’indebito arricchimento, ossia per  la parte di cui sia accertata e dimostrata l’utilità e l’arricchimento che ne ha tratto l’ente locale (orientamento consolidato della Corte dei conti e del giudice ordinario).

avv. Giuseppe Panassidi

(1) sulla legittimità dell’art. 37 del DLgs n. 77/1995 , poi trasfuso nell’194 del TUEL , si è pronunciata la Corte costituzionale con sentenza 6 luglio 2000, n. 266

 


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