Mentre assistiamo ad una recrudescenza dei fenomeni corruttivi nella pubblica amministrazione e ad una sequela di arresti di manager, di dirigenti pubblici, di faccendieri più o meno legati alla politica, ahimè! non quella sana, ma del malaffare, di politici collusi con organizzazioni malavitose e l’opinione pubblica viene colpita in particolare dal clamore sollevato dagli arresti legati ai reati in ambito appalti a Milano e a Venezia, si è riaperto il dibattito circa la necessità di approvare nuove leggi per la lotta alla corruzione.
Ma lo Stato italiano ha varato alla fine del 2012 una legge “ anticorruzione” , che si compone di un solo articolo, ma di ben 83 commi, dal titolo “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” e di un secondo articolo, finale, brevissimo, contenente la clausola di invarianza per disporre che dall’attuazione della legge non debbano derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e che le amministrazioni tutte debbano provvedere allo svolgimento delle attività previste con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente….
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