Parlando di sicurezza sul lavoro, spesso si tende a considerare come rischiose per la salute quelle attività dove è presente un rischio infortunistico molto rilevante, come l’edilizia o l’agricoltura. In realtà nessun settore si può considerare come privo di rischi e spesso si tende a sottovalutare una mansione solo perché vi è un rischio infortunistico basso, ma non si considerano invece i rischi legati alle malattie professionali. L’esempio calzante riguarda i rischi negli uffici, per impiegati o dirigenti. In questa sede, difficilmente avvengono infortuni gravi, ma possono insorgere problematiche per la salute legate all’esposizione a fattori di rischio rilevanti per l’insorgenza di malattie professionali. I rischi in questo settore, sono multipli e spesso interferenti tra loro.
Più che in altri settori, negli uffici è l’organizzazione del lavoro e della postazione ad essere determinante per la prevenzione dei rischi. Scrivanie troppo basse, schermi con riflessi, mouse e tastiere non ergonomiche, spazi di lavoro insufficienti, sedute non regolabili e non ergonomiche, illuminazione inadeguata, l’utilizzo eccessivo del telefono, l’esposizione a onde elettromagnetiche possono recare al lavoratore danni di vario genere.
Analizzando accuratamente i rischi si possono predisporre delle misure preventive necessarie alla salvaguardia della salute fisica e mentale del lavoratore. Di seguito si elencano i principali rischi, i possibili danni e le misure preventive utili perla prevenzione.
RISCHIO LEGATO ALL’UTILIZZO DEL VIDEOTERMINALE: per essere considerati videoterminalisti, si deve lavorare ad un videoterminale per almeno 20 ore settimanali. Il lavoro al videoterminale affatica gli occhi, causando una perdita nell’acutezza visiva, difficoltà nel mettere a fuoco, o nel concentrare lo sguardo. Un primo danno può essere l’astenopia (affaticamento visivo) con lacrimazione, bruciore, secchezza oculare e pesantezza, fino ad arrivare alle patologie che rientrano nelle CVS Computer Vision Sindrome. Tale problematica nasce da una concomitanza di fattori, come la scarsa o eccessiva illuminazione dello schermo, la presenza di riflessi, lo sforzo richiesto alla vista per dover leggere per molto tempo caratteri piccoli su schermi che emettono anche radiazioni ottiche artificiali. Questo comporta la comparsa di secchezza degli occhi, rossore, sensazione di bruciore, indolenzimento, prurito, eccessiva lacrimazione, affaticamento, sensibilità, intolleranza alle lenti a contatto, appannamento della vista, mal di testa, sensibilità accentuata alla luce e difficoltà alla concentrazione. A lungo andare inoltre i problemi alla vista possono essere maggiori, causa di un irrigidimento dei muscoli dell’occhio in posizioni atte a leggere caratteri piccoli e vicini, portando quindi difficoltà a mettere a fuoco nel caso si voglia osservare un punto più lontano. E’ importante sotto questo punto di vista curare l’illuminazione, la luminosità e la pulizia dello schermo. E’ importante rimanere con gli occhi ad una distanza dai 50 ai 70 cm dallo schermo ed effettuare delle pause, ovvero 15 minuti di pausa ogni 2 ore di lavoro al videoterminale. Per la tutela della vista sarebbe molto utile effettuare anche una pausa di 20 secondi, ogni 20 minuti di lavoro dove si fissa un punto ad almeno 20 metri di distanza. Ciò è importante per non permettere l’irrigidimento dei “muscoli che regolano la vista”. Si ricorda infine alle persone che portano occhiali, di non lavorare mai al computer utilizzando le lenti a contatto.
RISCHIO ERGONOMICO LEGATO ALLA POSTURA: l’utilizzo di un videoterminale costringe l’addetto a tenere una postura spesso incongrua a causa di una seduta inadeguata e di una postazione di lavoro mal strutturata. E’ fondamentale fare in modo che la schiena rimanga dritta e che il collo non debba piegarsi per osservare lo schermo. La seduta deve essere regolabile in altezza, comoda, con cinque razze per permettere il movimento e per prevenire le cadute, deve avere uno schienale regolabile in altezza ed in profondità. In realtà le sedute più ergonomiche sono quelle a dondolo, che obbligano il lavoratore a tenere una postura corretta e permettono un movimento utile a tenere in funzione la muscolatura. La seduta deve poter inserirsi sotto la scrivania, per permettere di avere la giusta distanza dallo schermo del pc. La scrivania stessa deve essere di un colore che non rifletta la luce sulla postazione, posizionata lateralmente rispetto alle finestre o alle fonti di luce naturale e deve essere abbastanza larga da permettere il movimento adeguato al braccio che guida il mouse. Per la postura può essere utile utilizzare un poggiapiedi, per far si che l’angolo del ginocchio sia all’incirca 90°, così come quello del bacino (intorno ai 100°) e del gomito. Una postura incongrua provoca, solitamente, in queste mansioni dolore al tratto cervicale e a quello lombare del rachide. Infatti la posizione seduta distorce la naturale curvatura lombare, comprimendo i dischi intervertebrali. Mantenendo a lungo questa posizione statica, i dischi intervertebrali possono indebolirsi o col tempo danneggiarsi, causando il dolore. Il tratto cervicale della colonna vertebrale può essere sollecitato pericolosamente se non si assume una postura corretta. Una distanza sbagliata tra l’operatore e lo schermo, lo schermo troppo in alto o una errata disposizione del materiale, porta a mantenere la testa inclinata o spostata in avanti. Anche frequenti movimenti della testa costituiscono un rischio. Nel tempo si possono determinare irrigidimento della muscolatura, danni alle vertebre o ai nervi cervicali. I problemi tipici sono quindi lombalgie, sciatalgie o appunto dolore cervicale, che può irradiarsi anche agli arti superiori. Per prevenire questo è importante rispettare le regole e le pause dettate precedentemente, ed è altrettanto utile effettuare dello stretching a fine turno che aiuti l’allungamento della colonna vertebrale. Il danno però non si estende solo alla schiena, anche dolori articolari, muscolari, o tendiniti possono essere legati alle posizioni scorrette. Dolori muscolari a livello delle spalle o degli avambracci, tendiniti a livello del polso, della mano o delle dita, la sindrome del tunnel carpale, sono tutti effetti che possono essere dovuti a posture scorrette o attrezzature non idonee. Infatti movimenti rapidi, ripetitivi e prolungati su mouse e tastiera, forza eccessiva nel digitare, stringere il mouse, polsi piegati eccessivamente a causa di un’errata disposizione delle attrezzature sulla scrivania, avambracci e polsi poggiati su spigoli, assenza di pause per allentare le tensioni muscolari, possono provocare tendinopatie e neuropatie da compressione.
RISCHIO CHIMICO: seppur in questa mansione non vengono utilizzati prodotti chimici particolarmente pericolosi per la sicurezza e la salute delle persone, capita che vicino alla postazione, se non proprio sulla scrivania dell’addetto, siano presenti stampanti, fax e fotocopiatrici. Il rischio chimico negli uffici, deriva proprio dalla presenza di tali attrezzature. Il rischio nasce sia durante l’utilizzo di stampanti e simili, sia durante le operazioni di cambio cartucce o manutenzione. Le macchine meno recenti durante ogni processo di stampa, liberano particelle di polvere invisibili a occhio nudo che possono raggiungere i polmoni ed entrare persino nella circolazione sanguigna. Alcuni modelli emettono una tale quantità di sostanze nocive da rendere l’inquinamento da polveri sottili in ufficio paragonabile a quello di una strada a traffico intenso. Il problema nasce quindi dall’esposizione dell’operatore alle polveri di toner. Per poter affrontare e prevenire tale rischio è utile prima di tutto spostare le stampanti/fax in stanze diverse rispetto a quelle dove sono presenti gli addetti, oppure dove non è possibile, posizionarle ad almeno tre metri di distanza dall’operatore e il locale deve essere ben areato. Infine è utile pulire spesso con panni umidi la struttura esterna delle attrezzature e prestare molta attenzione nelle fasi di cambio cartuccia o quando i fogli si inceppano e vanno estratti manualmente. In queste fasi è consigliabile indossare dei guanti in nitrile e se la stanza è poco ventilata una mascherina FFP1.
RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO: la mansione del videoterminalista o comunque dell’impiegato di ufficio, rientra tra le mansioni più a rischio per l’esposizione a stress lavoro correlato. L’utilizzo eccessivo di un pc, i carichi di lavoro, le scadenze da rispettare, l’ambiente di lavoro in-door, la concentrazione richiesta, l’ergonomia della postazione, l’effettuazione di più compiti contemporaneamente, la responsabilità, possono essere fattori scatenanti del disagio psico-fisico che può portare a danni sia fisici che mentali. Come per altri rischi l’organizzazione del lavoro è utile a prevenire certi eventi che possono causare stress. La valutazione dello stress lavoro correlato (obbligatoria per tutte le attività dal 2010) è uno strumento fondamentale per individuare la fonte di stress e poterla affrontare. La valutazione è quindi il primo passo per prevenire un rischio che può nascere da svariati e molteplici fattori. Successivamente in base all’elemento scatenante si decidono le misure preventive.
Come si evince da quanto riportato, il settore uffici non va sottovalutato per il suo basso indice infortunistico, poiché si devono considerare anche le malattie professionali e tutto ciò che consegue dai fattori di rischio presenti in queste sedi. I rischi elencati non sono gli unici, spesso possono essere presenti anche il rischio biologico (legionella), il rischio microclimatico, il rischio rumore (negli uffici più grandi con più postazioni), il rischio legato alla presenza di inquinanti in-door e addirittura quello cancerogeno (legato alla presenza di radon, soprattutto nei luoghi di lavoro al piano terra o in locali interrati). E’ necessario quindi valutare tutti i rischi e apportare tutte le misure preventive necessarie a diminuire tali rischi ed è importante non trascurare nessun rischio, anche quelli legati alle malattie professionali.