L'indicazione degli oneri della sicurezza "aziendali" negli appalti pubblici

Gli oneri aziendali o specifici devono essere indicati, a pena di esclusione …, soloA�negli appalti di servizi e forniture. Al contrario per gli appalti di lavori bisogna riferirsi alla quantificazione effettuata dalla stazione appaltante.

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Consiglio di Stato, sez. V, n. 4964 del 9 ottobre 2013 a�� Pres. Torsello – Est. Franconiero

Il caso

La societA� classificata quarta alla procedura negoziata ex artt. 57 e 122 codice contratti pubblici avanzava richiesta di esclusione dei concorrenti che la precedevano e ciA? in quanto non avevano indicato nelle rispettive offerte gli oneri per la sicurezza aziendale.

A fronte del contrario avviso della��amministrazione aggiudicatrice, la societA� stessa proponeva ricorso avanti al TAR Veneto per la��annullamento degli atti della procedura. Il TAR A�accoglieva la��impugnativa, osservando che dal combinato disposto degli artt. 86, comma 3 bis, e 87, comma 4, del codice dei contratti pubblici, nonchA� art. 26, comma 6, del d.lgs. n. 81 del 2008, recante norme in materia di tutela della salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro, discende la��obbligo per le imprese partecipanti di indicare nella loro offerta sia gli oneri di sicurezza per le interferenze (nella��esatta misura predeterminata dalla stazione appaltante), sia gli altri oneri di sicurezza da rischio specifico (o aziendali).

Avverso la predetta sentenza insorgeva la Regione Veneto, la quale obiettava che la��obbligo di indicare i costi per la sicurezza interna previsto dalla��art. 87, comma 4, d.lgs. n. 163/2006 A? valevole per le procedure di affidamento di forniture e servizi, ma non giA� per i lavori.

La sentenza

I Giudici di Palazzo Spada, nel riformare la sentenza del T.A.R. Veneto n. 1050/2013, ove era stabilito che gli oneri specifici devono essere indicati, a pena di esclusione, in tutte le tipologie di appalti pubblici, giungono ad affermare che solo per gli appalti di fornitura e servizi la��art. 87, comma 4 del d.lgs. n. 163/2006 impone uno specifico obbligo dichiarativo alle imprese concorrenti, laddove per i lavori, al contrario, la quantificazione A? rimessa al piano di sicurezza e coordinamento ex art. 100 d.lgs. n. 81/2008, predisposto dalla stazione appaltante ai sensi della��art. 131 cod. contratti pubblici.

A conferma di quanto sopra, il Consiglio di Stato precisa che la��art. 24, comma 3, del regolamento di attuazione al codice dei contratti pubblici di cui al d.P.R. n. 207/2010, include tra i documenti da allegare al progetto definitivo proprio il piano di sicurezza e di coordinamento sulla base del quale A? pertanto possibile determinare il costo della sicurezza. Inoltre, laddove la��art. 26, comma 6, del testo unico in materia di sicurezza sul lavoro, prescrive che il costo del lavoro a�?deve essere specificatoa�? anche per gli appalti di lavori pubblici, lo stesso andrA� coordinato con le specifiche disposizioni contenute nel codice dei contratti di cui al d.lgs. n. 163/2006, e dunque con gli artt. 87, comma 4, e 131.

Le conclusioni

Con la pronuncia in esame viene precisato che la circostanza che solo nei bandi di gara relativi agli appalti di lavori, ai sensi della��art. 131 del codice dei contratti pubblici, debbano essere evidenziati gli oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, fa sA� che nelle altre procedure di gara, in assenza della preventiva fissazione del costo per la sicurezza da parte della��amministrazione aggiudicatrice quale specifica componente del costo del lavoro, A? necessario che il relativo importo venga scorporato dalle offerte dei singoli concorrenti e sottoposto a verifica per valutare se sia congruo rispetto alle esigenze di tutela dei lavoratori.

Nella fattispecie si A? dunque chiarito che per supplire alla��assenza di una preventiva quantificazione degli oneri per la sicurezza da parte della��amministrazione, le imprese partecipanti devono fornire tale indicazione per le sole procedure di affidamento dei servizi e forniture.

Stefano Pozzer

Katia Maretto